Etica e scienza. Troveremo mai un punto d’incontro?
a cura di Martina De Lorenzo 5M
Il recente successo del film Oppenheimer ha riaperto la discussione sul rapporto tra etica e scienza. Considerando questi due campi della conoscenza umana separatamente, non si riscontrerebbero troppi problemi, La difficoltà sta nel trovare un punto d’incontro, un modo per sovrapporre i due elementi. Da questa ricerca sorgono spontanee delle domande. Innanzitutto, per fare scienza, è necessario mantenere una coscienza etica?
Nel caso in cui la risposta fosse un “no” non avrebbe senso proseguire. Se dovessimo, però, rispondere di sì, allora saremmo costretti ad affrontare nuove questioni, chi è effettivamente in grado di stabilire cosa è eticamente giusto? Soprattutto, in base a quale criterio?
Le risposte a queste domande non sono ancora state trovate, o perlomeno non risposte che siano in grado di mettere d’accordo la maggioranza delle persone.
Un esempio del divario tra scienza ed etica è fornito dalla vicenda di J. Robert Oppenheimer, lo scienziato che fu posto a capo del programma nucleare nominato “Progetto Manhattan”, avviato nel 1941 a seguito dell’ingresso in guerra degli Stati Uniti. Nonostante sia considerato il padre della bomba atomica, Oppenheimer stesso, dopo aver visto per la prima volta gli effetti dell’arma nel Trinity Test, si pentì del suo coinvolgimento nel progetto. Tuttavia, il “movente” degli esperimenti non era forse nobile? In fondo era interesse della collettività vincere la guerra evitando stragi e questa non era una ragione eticamente corretta?