No alle “tasse sulla bontà” – il discorso di fine anno di Mattarella

a cura di Nicole Raccah 4R

In un quadro mondiale di guerre e disordini, in un periodo in cui la maggior parte delle notizie che si sentono sono negative e preoccupanti, sembra quasi stonare la voce del Presidente della Repubblica. 

Il discorso di fine anno di Mattarella si presenta come un invito ad essere una vera comunità, come un ringraziamento a tutti coloro che nel nostro paese operano per il bene altrui e, pur riconoscendo la presenza di diversi problemi, trasmette alcuni messaggi positivi su cui è bene riflettere per poter affrontare al meglio un anno nuovo.  

“Siamo nel tempo dei social”; così inizia Mattarella sottolineando che nel corso degli anni molte abitudini sono cambiate, ma che è sempre rimasta la consuetudine da parte del Presidente della Repubblica di pronunciare un discorso d’auguri, che per Mattarella “non è un rito formale” poiché gli “consente di trasmettere quello che ha sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell’anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce”.  

Il tema che fa da filo rosso è quello dell’essere una “comunità di vita”, fondata su “valori, prospettive, diritti e doveri”, ma anche su un futuro comune che va costruito con l’aiuto di tutti, sulla responsabilità e sul rispetto. A formare questa comunità, secondo il Presidente, c’è anche la consapevolezza dei tratti che ci uniscono, ma al tempo stesso la capacità di battersi per far sentire la propria voce, rifiutando però l’astio e l’insulto; un invito questo a creare discussioni costruttive, per affermare le proprie idee senza sfociare in situazioni di conflitto che portano solo ad “ostilità e timore”. 

 

Quasi leggendo nella mente di molti scettici, Mattarella prosegue dicendo “so bene che alcuni diranno: questa è retorica dei buoni sentimenti, che la realtà purtroppo è un’altra”, portando il discorso sul tema della sicurezza, che parte proprio da un ambiente in cui “tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del bene comune”. Senza mai negare i problemi evidenti che oggi affliggono l’Italia, il Presidente porta all’attenzione il tema delle mafie e della criminalità che si sviluppa in alcune periferie urbane, affermando che “non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata”. 

Altro messaggio positivo arriva dal racconto del momento in cui dei bambini di Torino hanno donato a Mattarella la cittadinanza onoraria di una città da loro inventata: “Felicizia”, “per indicare l’amicizia come strada per la felicità”. “Un sogno, forse una favola. Ma dobbiamo guardarci dal confinare i sogni e le speranze alla sola stagione dell’infanzia. Come se questi valori non fossero importanti nel mondo degli adulti”. Troppo spesso oggi, presi dalla fretta di crescere, ci si dimentica di sognare e di lasciarsi trascinare da presunte fantasie che in realtà sono gli ideali sui quali dovremmo costruire la nostra vita. “In altre parole” prosegue il Presidente non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società”. 

Non manca l’attenzione a noi giovani: è necessario sanare l’alto debito pubblico che pone “una pesante ipoteca” sul nostro futuro, ma il Presidente sottolinea che, pur tenendo viva la fiducia in un cammino positivo, “non esistono ricette miracolose”. 

Per concludere il suo discorso, Mattarella ha citato l’episodio di una donna anziana che, sentendosi sola la notte di Natale, ha chiamato i Carabinieri in cerca di compagnia, i quali sono andati da lei, sottolineando quanto sia significativo che si sia rivolta a loro, poiché “la loro divisa come quella di tutte le Forze dell’ordine e quella dei Vigili del fuoco, è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità”. 

Quello che traspare è un atteggiamento realista, mai volto alla negazione dei problemi, ma alla speranza di poterli affrontare senza “tasse sulla bontà”, espressione con cui Mattarella si riferisce alle organizzazioni No Profit e a tutti gli individui che operano tenendo in mente “la pari dignità di ogni persona e che meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni”; per il Presidente quindi, fondamentali al fine di risolvere ogni questione sono la fiducia, il senso di comunità e i sogni.