Giornata mondiale contro l'AIDS

a cura di Diego Scalambretti 4C e Stella Tortora 4I

In molti confondono spesso i termini “HIV” e “AIDS”, utilizzandoli per indicare la medesima cosa quando in realtà hanno due significati diversi, ma collegati. Quali sono dunque le differenze tra le due parole e come si trasmette questa malattia? AIDS è acronimo di “acquired immunodeficiency syndrome” (sindrome da immunodeficienza acquisita) ed è lo stadio avanzato di una malattia infettiva causata dal virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana), altro acronimo di “human immunodeficiency virus”. Questo virus distrugge il sistema immunitario, uccidendo i globuli bianchi (CD4), infatti le persone che muoiono a causa dell’AIDS non decedono effettivamente per quest’ultima, ma a causa di altre malattie, anche banali che il sistema immunitario non è più in grado di combattere. Non c’è una vera e propria manifestazione di questa malattia, infatti una persona potrebbe accorgersi di averla anche dopo svariati anni, I mezzi attraverso cui si può trasmettere sono: 

  • rapporti sessuali non protetti;  

  • contatto del proprio sangue con sangue infetto; 

  • per via genetica da madre a figlio durante la gravidanza; 

Per prevenire l’infezione da AIDS è perciò necessario l’uso del profilattico durante i rapporti sessuali, soprattutto se non si ha una completa conoscenza del partner, e fare attenzione quando si ha una ferita a non esporla a contatto con sangue altrui.  

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Purtroppo, al giorno d’oggi non esistono ancora dei vaccini che impediscano di contrarre l’HIV. Tuttavia, esistono dei trattamenti all’avanguardia, che riescono a bloccare la replicazione del virus con conseguente riduzione della carica virale e rallentamento della distruzione del sistema immunitario. Le evidenze scientifiche, dimostrano inoltre, che le prospettive di vita oggi per chi scopre di avere l’HIV, ed entra tempestivamente in terapia, sono simili a chi non ha contratto il virus. 

Il grafico qui riportato indica la percentuale della popolazione di ogni paese, dai 15 ai 49 anni, a cui è stata diagnosticata l’AIDS. I paesi dove la percentuale è maggiore sono quelli più poveri, principalmente l’Africa, poiché la popolazione non ha le risorse per potersi permettere le cure e manca informazione riguardo l’argomento a causa della scarsa propaganda per la prevenzione. I dati non sono completi in quanto ci sono dei paesi che non hanno rilasciato informazioni sulla diffusione dell’HIV. Confrontando i dati degli anni passati, si può notare come la percentuale globale di infetti sia diminuita notevolmente grazie ai nuovi trattamenti che vengono ogni giorno testati nella speranza di trovare una cura radicale per questa malattia. 

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Annualmente il 1° dicembre ricorre la giornata mondiale contro l’AIDS, per la prima volta stabilita nel 1988. Le Nazioni Unite, con il loro Programma Congiunto per AIDS/HIV (UNAIDS), guidano dal 2004 la campagna per la ricorrenza mondiale, promuovendo diversi eventi attraverso le agenzie governative coinvolte nella lotta. Lo scopo principale è di sensibilizzare la popolazione nella quale si riscontra una vasta mancanza di informazione. Viene inoltre colta l’occasione per dimostrare solidarietà nei confronti di coloro affetti dal virus, commemorare i deceduti, combattere i pregiudizi su coloro che sono infetti e raccogliere fondi. Globalmente, circa 36,7 milioni di persone hanno contratto il virus, delle quali oltre 35 milioni hanno perso la vita, a causa dell’AIDS o di malattie correlate. La giornata mondiale contro l’AIDS/HIV è dunque fondamentale per la prevenzione e per le campagne di informazione, soprattutto nei paesi con maggiore possibilità di infezione. Focalizzandosi sulla diffusione di informazione attraverso materiale divulgativo, usufruendo soprattutto dei social media, le campagne prevedono uno screening del virus attraverso dispositivi di protezione individuale, quali i test rapidi HIV.  

Nel corso della storia, nonostante la percentuale di fatalità del virus (o meglio, delle malattie correlate) sia diminuita drasticamente questa giornata coglie l’occasione per ricordare coloro che hanno perso la battaglia contro l’HIV. Moltissime personalità celebri sono diventate nei secoli emblema di questa malattia, fra tutti il famosissimo Freddie Mercury, frontman dei Queen, il quale per proteggere i suoi familiari e amici, non ha dichiarato la malattia fino al giorno prima della sua morte. Isaac Asimov, scrittore russo di molteplici capolavori, tra cui “Io, robot", è deceduto a causa del virus, contratto durante una trasfusione di sangue. Il popolare street artist statunitense, Keith Haring, non ha resistito agli effetti del virus per oltre due anni dalla diagnosi, morendo a soli 31 anni, a New York. Infine, Eazy-E, rapper americano dei N.W.A., deceduto alla medesima età di Haring, è morto con la preoccupazione di poter trasmettere il virus ai suoi sette figli.  

 

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