La pensione non è roba da vecchi

di Matteo Bruno Mesolella

Cari lettori e lettrici,

Ormai l’anno scolastico è quasi giunto al suo termine e sicuramente starete già pensando alle vacanze estive, anziché riflettere sul vostro futuro pensionistico.  

E invece vorrei portare alla vostra attenzione proprio tale argomento sul quale noi studenti liceali non ci soffermiamo poi spesso. La pensione, che è nell’immaginario collettivo quel tempo felice da tutti agognato, non è più una certezza. Come reagireste difatti se vi dicessi che dopo tanti anni di lavoro potreste non ricevere un adeguato trattamento pensionistico? In Italia ci troviamo in un tempo di crisi demografica, siamo sempre più anziani e sempre meno giovani: vi basterà sapere che dal 2009 al 2023 c’è stato un calo della natalità, da 1,45 figli/donna nel 2009 a 1,2 figli/donna nel 2023 (ISTAT).  Non analizziamo qui le motivazioni di tale fenomeno quanto i risultati: in una condizione in cui il numero di anziani superasse quello dei contribuenti cosa accadrebbe? Perderemmo gran parte della nostra pensione? Di fronte a tale estrema previsione quali alternative avremmo?  

Non possiamo controllare la natalità nel nostro Paese, questo è certo, ma possiamo sicuramente mettere da parte dei gruzzoli a partire dal momento presente per il nostro futuro. In che modo?  Tra le soluzioni consigliabili ci sono sicuramente i fondi di previdenza complementare. Nel tessuto finanziario mondiale, infatti, i fondi di previdenza emergono come pilastri di stabilità e sicurezza per milioni di individui.

Ma cosa sono esattamente? E perché rivestono un'importanza così fondamentale nel contesto economico attuale? In questo articolo, chiariremo il significato dei fondi di previdenza e parleremo del loro impatto sull’economia, delineando il loro ruolo essenziale nel garantire un futuro finanziario solido e affidabile per le generazioni presenti e future. Faremo tutto ciò con un’esperta del settore, la direttrice del prestigioso fondo pensione per dirigenti industriali Previndai, Oliva Masini, che ha accettato volentieri di essere intervistata sull’argomento e ci ha aiutato, con semplicità e carisma, ad affrontare un argomento non proprio semplice da comprendere. 

Oliva Masini

Per iniziare questa intervista può parlarmi di lei e del suo lavoro? 

Mi chiamo Oliva Masini e lavoro per il fondo di previdenza complementare Previndai, cioè la previdenza di secondo livello, che si aggiunge a quella pubblica ed è stata introdotta dalla normativa Italiana ormai 30 anni fa. 

Perché è importante pensare ad un piano di previdenza complementare? 

Il meccanismo su cui si basa la previdenza di primo livello, cioè quella pubblica, gestita dall’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale), è un principio di tripartizione: coloro che oggi sono in pensione ricevono la pensione perché ci sono altre persone che  oggi contribuiscono. Vi è quindi un rapporto tra lavoratori attivi e pensionati, rapporto che, se 50 anni fa era favorevole più per i lavoratori che per i pensionati, in quanto era maggiore il numero di lavoratori che di pensionati, per vari motivi demografici, oggi si è appiattito, avendo sempre meno lavoratori e sempre più pensionati. La difficoltà dello Stato è quindi quella di trovare un equilibrio tra le due parti. Siccome questo fenomeno non è recente, ma viene studiato ormai da 30-40 anni, nel 1993 è stata istituita una normativa che prevede che, oltre a questo primo pilastro fosse istituito anche un ulteriore pilastro che è proprio quello della previdenza complementare. 

Questo vuol dire che un piano di previdenza complementare ha l’obbiettivo di fornire una “seconda pensione”  secondo quello che è il processo di capitalizzazione, diverso rispetto alla ripartizione, che è invece il meccanismo utilizzato dall’INPS. 

Un fondo pensione è paragonabile a un investimento a lungo termine?  

Si, ma bisogna ricordare che questo non è una certezza: i fondi pensione hanno un “processo produttivo” dato dalla raccolta dei contributi, il nostro lavoro (l’investimento) che è un processo finanziario più o meno lungo e poi il prodotto finito (la prestazione). In questo periodo di tempo i fondi pensione investono nei mercati finanziari attraverso strutture professionali, inoltre vi sono regole assai puntuali su cosa investire e su cosa NON investire.  

Come vengono gestiti i rischi da parte di un fondo di previdenza?  

Nell’ambito delle norme, un fondo pensione, in Italia, difficilmente ha una sola linea di investimento, in genere ogni fondo ha più linee di investimento, ciascuna con profili di rischio-rendimento diversi, inoltre i fondi pensione in genere non investono direttamente, ad esempio Previndai non sceglie quali azioni e obbligazioni comprare o vendere. Per alcuni comparti Previndai ha scelto dei gestori finanziari che hanno a disposizione le risorse, non possono averle direttamente ma agiscono tramite una banca depositaria, alla quale danno indicazioni di vendita dei titoli sottostanti. Questi gestori sono gestori professionali scelti accuratamente a seconda di quale è il più efficiente ed a seconda del tipo di investimento: il fondo sceglie che tipologia di investimenti fare e il gestore si occupa di portare gli investimenti a termine. 

A chi è più consigliato aderire ad un piano di previdenza complementare? 

Tanto i giovani tanto coloro che sono maggiormente avanti in età possono aderire ad un fondo di previdenza, tuttavia, a differenza di quanto si possa pensare, è più favorevole aderire ad un fondo pensione da giovani piuttosto che da “anziani”: infatti avendo maggior tempo di distacco per arrivare alla pensione si dispone di più tempo per aumentare la liquidità, per di più un investitore giovane può permettersi di prendere linee di investimento più rischiose, e che quindi rendono anche di più. Se io potessi andare in un’azienda all’interno della quale nessuno ha ancora aderito a un fondo, andrei dapprima dai dipendenti più giovani, poiché è a loro che conviene di più e ne hanno più bisogno.  

Cos’è Previndai, e come funziona? 

Previndai è un fondo di previdenza negoziale. Previndai è il fondo dei dirigenti industriali: ha una sola rappresentanza delle aziende, cioè Confindustria e una sola rappresentanza dei dirigenti, che è quella del sindacato dei dirigenti industriali che si chiama Federmanager. I fondi negoziali inoltre non hanno fine di lucro, e non hanno bisogno di remunerare i soci.  

Previndai fondamentalmente è un fondo pensione senza scopo di lucro gestito bilateralmente, una struttura composta di 50 persone, professionisti di previdenza complementare.  

Mi scusi signora Masini ma lei, in quanto Dirigente, di cosa si occupa? 

Beh, l’idea che mi sono fatta negli anni è che più si ha  responsabilità e più ci si occupa delle eccezioni e dei problemi, ad esempio io essendo direttrice generale di Previndai dedico la maggior parte del mio tempo a esaminare gli aspetti eccezionali, in quanto per ciò che riguarda l’amministrazione ordinaria si occupano i miei colleghi, che sono bravissimi nel loro lavoro. Tuttavia ogni volta che nasce una novità, che non è da considerarsi come problema quanto più invece come una vera e propria novità c’è bisogno del mio intervento. Poi mi occupo dell’organizzazione: Previndai è un’associazione, senza fini di lucro, con una organizzazione che si occupa della gestione amministrativa interna come, ad esempio, ma non solo, del bilancio e della contabilità. Inoltre, come ogni azienda che si rispetta, dobbiamo pensare di crescere, non solo economicamente ma anche essere sempre adeguati al mondo che ci circonda. Ad esempio da tanti anni abbiamo strutturato un sito web che detiene un quantitativo di informazioni enorme, che ci consente di gestire i dati degli oltre 80.000 iscritti di Previndai, poi dobbiamo sempre ragionare su quali possono essere le necessità dei nostri iscritti: ad esempio da poco siamo iniziando a valutare l’Intelligenza Artificiale come strumento che potrebbe aiutare i nostri utenti nei loro investimenti, nonostante il rapporto umano in un lavoro come questo resti comunque un aspetto fondamentale. 

Esistono dei requisiti per aderire a un piano di previdenza complementare? 

Se parliamo di un fondo pensione come Previndai: cioè come fondo con natura contrattuale, il requisito fondamentale è quello di avere un rapporto di lavoro in essere, e che quel rapporto di lavoro sia regolato da un contratto che prevede un fondo pensione: se ad esempio qualcuno lavora come chimico, nel contratto è incluso il fondo pensione dei chimici (FONCHIM), se invece sei un Dirigente Industriale hai il contratto dei dirigenti industriali e vieni a Previndai.  

Se non si ha un rapporto di lavoro dipendente si può aderire a un fondo aperto, si chiama Previdenza Individuale ed è gestita da fondi di assicurazione o da banche. Di norma questi fondi, a differenza dai negoziali, hanno fine di lucro, quindi il loro costo è in genere più alto e questo è chiaramente uno svantaggio.  

Inoltre la maggior parte dei fondi negoziali, tra cui noi, hanno la possibilità di iscrivere i familiari a carico: un nostro iscritto può iscriversi come dirigente e magari può iscrivere i figli piccoli che avranno una posizione individuale rispetto ai genitori. Quando il ragazzo inizia a lavorare la posizione si può spostare al fondo di categoria verso la quale il ragazzo va a lavorare.  

Lei invece, se potesse dare un consiglio di finanza personale a ragazzi del liceo, cosa suggerirebbe? 

In generale, si può vivere senza saperne molto di finanza, però penso che oramai nell’organizzazione sociale avere delle basi di natura finanziaria sia determinante, il fatto che un tema apparentemente così lontano come la previdenza sia invece strettamente connesso al tema finanziario la dice lunga sul fatto che la finanza occupa uno spazio molto importante nelle nostre vite.