(Senza) ombra di dubbio: le incertezze dell’esistenza umana
di Crystal Porco
Tesi: l’ombra scinde
Nei versi finali di "The Hollow Men" di T.S. Eliot, l’ombra che cade si erge come un simbolo profondo di scissione, un confine tra la causa e l’effetto, dunque, tra l’idea e la realtà, tra il movimento e l’atto, tra la concezione e la creazione, tra l’emozione e la responsione, tra la potenza e l’esistenza.
“Between the idea
And the reality
Between the motion
And the act
Falls the Shadow
For Thine is the Kingdom
Between the conception
And the creation
Between the emotion
And the response
Falls the Shadow
Life is very long
Between the desire
And the spasm
Between the potency
And the existence
Between the essence
And the descent
Falls the Shadow
For Thine is the Kingdom”
“The Hollow Men”, T.S. Eliot
Un’ombra si insinua, fende e introduce nella condizione umana, in cui le luminose aspirazioni si scontrano con le crude limitazioni della nostra esistenza, un’angoscia irreversibile: la consapevolezza di essere impotenti davanti all’imprevedibilità del destino. Lo stato di inerzia in cui gli uomini “vuoti” sono imprigionati, dunque, rende possibile l’annidarsi di qualcosa di perturbante dettato dall’impossibilità di scelta, dall’inabilità di predeterminare e garantire un effetto, una conseguenza alle proprie azioni, un risultato proficuo.
Al contrario, Kierkegaard, con il suo concetto di “aut-aut”, intavola una riflessione sul paradosso della libertà: essa è un dono di cui non tutti godono, ma anche un’inaspettata condanna. L’uomo, difatti, è posto di fronte ad un’infinità di possibili scelte, le quali generano un senso di tormento: la libertà di scelta si trasforma in un fardello, poiché ogni decisione comporta un’inevitabile rinuncia a un altro percorso. L’ombra di ciò che potrebbe essere grava sull’uomo ed assume il ruolo di promemoria della strada che avremmo potuto intraprendere. Questa tensione tra potenza e atto, tra ciò che potenzialmente potrebbe essere e ciò che effettivamente è, tra ciò che desideriamo e ciò che è realmente raggiungibile, è terreno fertile dell’angoscia.
Antitesi: l’ombra fonde
Tuttavia, in questa situazione di scissione e tormento, emerge un aspetto controcorrente: l’ombra può anche fungere da elemento di legame tra gli individui. Tutti noi siamo rincorsi dall'ombra delle scelte non fatte, dall’incertezza e dal dubbio. In questo contesto, l’ombra riveste il simbolo di solidarietà e lotte che coinvolgono tutti all’unisono: essa diventa un linguaggio empatico comune, che, rivelando fragilità condivise, mostra agli individui che non sono soli nelle proprie battaglie interiori. L’ombra diventa una faglia generativa: essa vela il vuoto, l'assenza di un'origine comune e la mancanza di un senso universale, ostacolando la creazione di legami autentici. Ma al tempo stesso svela che proprio da questo buco, da questa frattura, dalla nostra impotenza, da un paradiso mitico sempre sfuggente, noi ci leviamo come soggetti.
Questa schisi, quest’ombra, genera e produce l’inconscio, un linguaggio alternativo che, sebbene possa alienarci, ci forma come soggetti mancanti e, pertanto, come soggetti di desiderio. Quest’ultimo emerge da quell’assenza che segna le nostre esistenze, da quella mancanza che si presenta non solo come un vuoto da colmare, ma come un motore che ci spinge a cercare connessioni significative con gli altri. È proprio attraverso questa ricerca divorante che il desiderio si trasforma in una forza che ci unisce, rivelando che le nostre fragilità e vulnerabilità non sono esperienze isolate, ma esperienze condivise.
In conclusione, l’ombra che scinde è la manifestazione della nostra impotenza di fronte all’incertezza dell’esistenza e del timore di aver preso decisioni sbagliate: essa è lo spettro che ricorda che tra la causa e l’effetto in Eliot e tra le infinite scelte in Kierkegaard si insinua l’angoscia, la quale nasce al tempo stesso dall’impossibilità e dalla sconfinata libertà di scegliere. Tuttavia, l’ombra diventa non solo un segno di scissione, ma rappresenta anche un'opportunità di rinascita. Così, l’ombra, lungi dall'essere una mera causa di sofferenza, si rivela un elemento fondamentale del nostro cammino verso la scoperta di noi stessi e degli altri, trasformando il desiderio, che scaturisce dalla mancanza, in un ponte verso una comprensione più profonda.
Riconoscere ed accettare le nostre ombre traduce l’angoscia in una fonte di forza. Infatti, in un mondo che spesso celebra il successo, è fondamentale ricordare che la vulnerabilità è una parte intrinseca della condizione umana. Ogni ombra porta con sé un’opportunità di introspezione e di connessione. La vera essenza della vita risiede nel riconoscere che, nonostante i dubbi e le incertezze, possiamo trovare la luce anche nelle ombre, e in esse scoprire la nostra vera umanità.